lunedì 12 dicembre 2011

Dall’Antologia “Poesia senza Kuore” Robin Edizioni, 2010

L’antologia “Poesia senza Kuore” Robin Edizioni, 2010, nella collana di poesia diretta da Mario Quattrucci, raccoglie alcuni importanti voci del panorama poetico italiano, le quali si confrontano con l’attuale realtà sociale e politica. In questo senso, i curatori, Marcello Carlino e Aldo Mastropasqua hanno voluto porre l’accento sulla responsabilità della poesia come valore cardine della raccolta antologica. Infatti, a prescindere dall’individuazione di una precisa linea poetica, essi intendono evidenziare una certa ruvidezza di tono qual è quella che si delinea in una poesia che facendo perno sull’intelligenza in quanto “talento di riflessione, procedimento istruttorio comparativo e selettivo che s’intende facoltà specificatamente letteraria di scandaglio analitico” riapre, di conseguenza, la questione della crisi del ruolo del poeta attraverso una continua razionalizzazione che lo rimotiva, sostanziando così la convivenza tra poesia e critica. In sintesi, quello che si rileva come punto comune alla voci, tutte così radicalmente differenti, presenti nell’antologia è la formalizzazione di una poesia che sa inglobare in sé prosa, narrazione, riflessione filosofica, riaprendo a una pluralità consistente di forme e generi - rompendo l’identificazione poesia uguale lirica - anziché rinchiudersi in una sua assolutezza non dialogante con il mondo conflittuale che la circonda.   

Abbiamo scelto tre voci che esemplificano il taglio antologico al fine di dare anche un esempio della corposa diversità delle voci proposte.

Tiziana Colusso condensa la ciclicità della biologia con le strettoie sociali in un corto circuito in grado di far mancare il respiro, di restituire  il senso claustrofobico della nostra condizione esistenziale, la quale impedisce la nostra libertà di movimento e fa collassare il tempo in un qui esausto e opprimente. E ove la chiusa è formalmente capace indicare l’asfissia dovuta  a mancanza progettuale, rispetto a cui la continuità biologica fa da sfondo e sprone.

La prosa poetica metallica e lucidissima di Francesco Muzzioli, convocando sulla pagina un’affollatissima presenza metaforica e metonimica, mette in crisi dall’interno lo stesso strumento linguistico con il quale costruiamo bolle di realtà, indicando che con esso si spacciano visioni come se esse avessero solido fondamento, mentre sono pure effimere costruzioni.

La più intimista e pacata espressività di Lamberto Pignotti affronta il tema della responsabilità del singolo rispetto all’andamento della coscienza collettiva, del problema della formulazione di soluzioni e di adesioni a situazioni sociali raggelanti, dagli assurdi risvolti. Ma non ci si faccia ingannare da una posizione pessimista, che avere la consapevolezza della situazione è già avere messo a frutto  il proprio impegno.    

Tiziana Colusso

Continuum – Poesia senza versi

I
Come un rotolo del  mar morto rotola la poesia,
avvolta  al  mondo  moribondo  come  fascia  a
mummia, continuamente rotola in un continuum
di cellule profonde in  amniotico legame  con  il
tutto,  inspiro/espiro  primigenio,  prima di ogni
misero tentativo di  spezzare il  fiato, spezzare i
versi per farli entrare in  paginette  strette  come
pensieri da  edicolante che  accatasta  in  ranghi
compatti  ogni mattina tutto il delirio del mondo
o meglio quel  pezzo di  delirio  datato oggi,  in-
scindibile  dal delirio  di ieri  e di domani, in un
continuum denso come il frinire delle cicale, per
non finire, fino a che fiato, fino a  

Francesco Muzzioli

Razionamenti vieti e echi rochi
Dieci razionamenti vieti, con l’aggiunta di uno vietissimo
1
la bolla, la bolla (in poche parole: la produzione del denaro dal // denaro) la bella bolla fatta col soffio – la bolla di sapone (la bella // bolla iridescente) dal soffio dell’aria spinta in alto (a meno che non sia // la bolla della bollitura) la bolla impalpabile mobile (si eleva sopra // i cosiddetti mercati) la bolla eterea, la bolla (che brilla) (che s’innalza) // che balla (sopra la borsa) che bolle; (pensaci) la bolla (finanziaria) // oh bella che prendendoci gusto a soffiare (soffiaci e soffiaci) si gonfia // si gonfia il più possibile a rischio (eh, per forza) di rompersi, fragile // com’è (ma dovevate saperlo) basta un niente, un piccolo spillo // (ma neanche) basta l’aria stessa che la preme e scoppia tutto   


Lamberto Pignotti

Rigirando l’argomento

Via, fra le nuvole in corsa.
Ma con il moltiplicarsi degli orrori
in una narrazione simultanea
non c’è di che guardare distrattamente;
poi, rigirando l’argomento,
a qualcuno va di soggiungere una frase
col punto interrogativo.
Diventa sempre più difficile comprendere
perché dovremmo rispondere  in modo originale
dal momento che il tema è ormai noto da tempo.
La scelta è obbligata:
è quella di chiudere gli occhi
e dunque di non decidere.
Incespicando intanto su qualcosa di magmatico,
quasi che la materia
non fosse mai del tutto raffreddata.
Tra i miasmi la storia continua.



Nel volume sono presenti i seguenti autori: Bàino, Balestrini, Ballerini, Binga, Colotti, Colusso, Costantini, Delogu, Di Francesco, Dionisi, Durante, Falasca, Fianco, Fontana, Giancarli, Giannotta, Guzzi, Lunetta, Muzzioli, Ottonieri, Palladini, Petrollo, Pignotti, Ponzi, Quattrucci, Scaramuccia, Vasio, Zuccaro.

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