sabato 18 maggio 2013

Mostra di Jamie Felton “Abstraction and Freedom” presso la Eco Gallery, Roma


Inaugurazione 21 maggio 2013 ore 19.00
in Via Giulia 81/a, Roma
a cura di Pia Candinas


 Astrazione liberamente sperimentata riassume i molteplici linguaggi artistici messi in scena da Jamie Felton. In questa prima mostra romana la Galleria Ecos espone un insieme di lavori che vanno dalla scultura al  video ed una serie di quadri che incuriosiscono per la loro sperimentazione e per l'effetto visivo prodotto dall'uso di vari materiali. Questi, come il gesso, la sabbia e la pittura ad olio, il legno, stoffe e colla, vengono usati impulsivamente per descrivere emozioni e relazioni umane.  Il quadro Hold che in apparenza attinge a tecniche tipiche e ormai considerate tradizionali dell' Abstract Expressionism, va oltre le pennellate dense di pittura e della gestualità con cui creare lo spazio illusorio del quadro; Hold è fatto di due tele incollate l'una sopra l'altra con l'uso del gesso, al quale è stato aggiunto una striscia di tela presa da un'altro quadro a sua volta tagliato a pezzi. L'artista vuole dimostrare come due corpi simili messi insieme possano creare una sola forma. La stessa modalità riguarda molti  quadri del 2011/2012 realizzati durante il soggiorno di studio a Roma: le pitture, legate le une alle altre, convivono  tra   loro  per funzionare singolarmente. Sembra semplice, ma l'artista non trova pace, non trova l'immagine che cerca e non trova il quadro ideale. Di conseguenza procede facendo tagli sulla tela del quadro, incolla pezzi di tela su sculture o li inserisce su altri quadri. Ma capita anche che, insoddisfatta da soluzioni comunque ripetitive, smonti il dipinto dal  telaio, lo trasformi in un oggetto tridimensionale collocandolo in un  nuovo contesto .
Cos'è un immagine e come può un immagine produrre un'altra immagine, reinventarsi e sembrare ogni volta qualcosa di mai visto prima? Domanda decisiva  per l'artista, alla quale risponde basandosi  sulla sperimentazione del colore e riferendosi al tramonto e all'arcobaleno.  Esempio sono le sculture Sunset Blocks e Stolen Rainbow, il video Trying to find the Color of the Sunset Through a Single Kiss e così anche ogni singolo quadro. Jamie Felton scrive: "Sunset Blocks raffigura quattro blocchi di gesso posizionati verticalmente su ripiani in vetro. Il passaggio del sole è un momento che si verifica  tutti i giorni, scivolando attraverso una breve ora. Sto tentando di sostenere i colori del tramonto attraverso questi blocchi di gesso.I colori del tramonto sono fugaci, come il  blu oltremare riempie il cielo di notte e lascia la quiete nel buio. Di conseguenza, non ci resta che dissezionare i colori del momento a cui che abbiamo appena assistito".
Quando nel 2012 Jamie Felton lasciò Roma decise di concentrarsi soprattutto su pittura e colore. L'esperienza romana era servita per mettere a fuoco l'importanza del colore e la necessità di elaborarlo, per poi rinnovarlo.  Infatti, esempi come Pool Scene, There are Two Kinds of Tears e Sling confermano questa scelta.
                                                                           Pia Candinas


Intervista  di Pia Candinas all’artista Jamie Felton


PC: Cosa c'è di nuovo nel tuo lavoro da quando ha lasciato Roma l'anno scorso?

JF: Ho pensato di  rinnovare la mia modalità creativa  subito  dopo aver lasciato Roma. A Roma  oscillavo  costantemente fra la demolizione del mio lavoro e la sua ricostruzione. Le mie opere sono state  sempre plasmate e trasformate in  nuovi oggetti o nuovi dipintiI miei quattro  dipinti recenti poi, sono stati ancora  più meditati, approfonditi e trattati in modo differente. La “demolizione” ha prodotto diversi risultati. Con ” The Towel that We Sank On”per esempio, sono partita da  una grande pezza di tela  a cui, stratificandola al centro,  ho applicato diversi strati di vernice rimuovendo,alla fine, il pezzo di tela ruvida. Quello che rimaneva era  il sotto strato, perfettamente tagliato fuori dal quadro che lasciava  riconoscere  la traccia della tela . Poi il pezzo di tela  è diventato un pezzo separato  . La mia intenzione è  dunque che  si leggano tutti le fasi  del processo creativo per mostrare tutte le tappe, anche  se alla fine ne rimane una sola.
PC: Che cosa hai mantenuto costante nel tuo lavoro?

JF: I miei quadri hanno sempre trasmesso le mie emozioni, insieme alla  memoria del passato e del presente messi insieme. Quello che è rimasto costante nel  mio lavoro è anche la casualità, lo sperimentare e giocare con il materiale.

PC: Hai poi continuato a lavorare con il video e la scultura?

JF: Quando ho lasciato Roma, ho capito che volevo solo concentrarmi sulla pittura. Ma credo che facendo quel video, a Roma, ho capito  quanto sia importante per me il colore, e quanto voglio riflettere a lungo prima di usarlo  nei miei quadri attuali.  Anche le mie sculture  diventano  al pari degli studi o dei  disegni,  solo  fasi preparatorie per i miei quadri.

PC: Il tuo lavoro sembra richiedere uno stato d'animo aperto agli impulsi spontanei, che vengono poi realizzati con un qualche tipo di struttura improvvisata. Puoi illustrare come arrivi alla forma e alla fase conclusiva dei tuoi quadri?

JF: Sì, ci sono forze contrastanti, alcune intime e altre che rivelano il mio scetticismo; la mente riluttante  fa fatica a collocare il proprio subconscio in un campo visivo. Il colore  mi appare  come un valore provvisorio, la qualità provvisoria per un  processo privo di regole, mentre stesure di colore forte consentono di mettere a  nudo le  emozioni. Le proprietà fisiche del colore mi permettono di giocare  poi con le dinamiche della luce. In "There are two kinds of Tears", un quadro eseguito con il poliuretano e sabbia, i blu scoppiano e sembrano appesi e sospesi  accanto ad una forza di movimento verso il basso. La lacrima blu schizzata viene compattata in un elemento grafico flottante che suggerisce empaticamente la quiete.  E’ come sperimentare la tensione tra  due tipi di lacrime.

PC: Il tuo lavoro coinvolge la memoria?

JF: Il lavoro va oltre i limiti della memoria, entra nelle spiagge deserte del passato immemorabile. Jean Wahl afferma, "Una formazione di schiuma delle siepi che tengo dentro di me." Si può mai ricordare la sensazione del sole scintillante nel calore di un luglio di anni fa, o il paesaggio della vostra casa natia o l'odore della soffitta  dell’infanzia? I miei quadri  domandano qualcosa  che non pretende una risposta precisa. I gesti rimangono instabili, il mio intento è di essere insieme onesta, fluida e naturale.
PC: Quali sono i tuoi artisti di riferimento?

JF: Ultimamente mi  sono ritrovata nella poesia e nei dipinti di Etel Adnan. Lei mi fa capire quanto sia importante la lingua che  è veramente in ogni forma d'arte, che si tratti di scrittura o di pittura.   Lei ha la capacità di trasformare la realtà in metafora, la natura in una nuova percezione ed esperienza. Nei dipinti la sua acuminata  tavolozza per  ogni segno assume una forza indipendente, e ogni tonalità  crea scintille  immerse nella luce della costa occidentale. Quando guardo i suoi quadri, mi danno calore, come se fossi li  presente nel suo paesaggio. I suoi dipinti consolidano  il fatto che il colore ha la  capacità di conservare uno strano potere.

PC: Mi ricordo che hai fatto una lista di desideri, incisa su una lastra di ottone, come un'opera d'arte. Qual era lo scopo di quel pezzo?
JF: Faccio un elenco di obiettivi e desideri ogni anno, o quando mi trovo in un posto nuovo. Fare un elenco di desideri  sembra orientarmi e  darmi una direzione. A volte, prima di dipingere faccio esercizi di scrittura che sono un tipo di disegni solo per me. La cosa principale è  il desiderio che  i miei quadri posseggano empatia, così come il modo in cui ho usato il linguaggio in quel pezzo. Voglio che i quadri espongano quella quantità di sentimento senza che io dica una  sola parola.

PC: L’antichità di Roma ha rappresentato uno stimolo per il tuo lavoro?

JF: , essere in presenza della ”Storia” era un travolgente motivo di ispirazione. In un primo momento mi sentivo come se fossi in un film, e ai confini tra realtà e teatro. Un' esempio è il modo in cui il tramonto colpiva la città  facendola brillare d’oro del  tutto in modo innaturale. Lo sfondo del Colosseo aggiungeva in ogni situazione qualcosa di drammatico.  La città ha anche una storia d'amore disinvolto. Spesso ho sentito il bisogno di prendermi  delle pause per andare a Villa Borghese, solo per scattare foto di persone che si baciano vicino alla fontana.

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